Monte Pertica knife

In questi giorni si sente molto parlare di guerra e ho pensato che per far ricordare cos’è una guerra forse potevo ricorrere ad un oggetto che pur essendo un utensile si presta – più  di qualsiasi altro utensile – ad essere caricato di riferimenti simbolici : un coltello.  Un coltello può essere carico di simbologia e di storia e questo lo rende un utensile un po’ speciale, differente da altri utensili come il cacciavite o una pialla;  vorremmo quasi dire un oggetto culturale. 

Una delle battaglie più lunghe ed estenuanti che si sono svolte lungo il fronte italiano della Prima guerra mondiale è stata quella del Monte Grappa e il luogo dove probabilmente si son perse più vite è stato il Monte Pertica. Lì ho raccolto bossoli di cannone del Regio Esercito e ossa animali.  

L’acciaio del bossolo è stato laminato facilmente e alla prova della scintilla ha rivelato essere povero di carbonio. E’ stato usato ugualmente ma in piccola quantità per fare  un particolare del disegno “ a fiamme alternate” che compare nel dorso della lama. Il disegno principale della lama rappresenta il fuoco di una battaglia, è un explosion e per farlo ho usato acciai normalmente usati nel damasco: w 1.2842  1.2550  UDH 15n20 e c55. Il disegno è molto mosso e complesso ma volevo fosse anche decisamente sobrio così nella versione finale l’acidatura è leggermente coprente e i particolari del disegno si scoprono  

solo con un esame ravvicinato. Sopra al codolo – che è passante a tirante – c’è uno strato di fibra di carbonio ed epossidica e sopra a questo i pezzi di osso che sono stati stabilizzati con epossidica e argille di vari colori mentre il materiale nero di riempimento è epossidica con ossido di rame e polvere di pietra pomice. Sono le ossa il centro del coltello perché sono il simbolo del sacrificio. Per fare il fodero ho messo sotto alla fibra di carbonio della pelle naturale che aderisce perfettamente alla forma della lama. Guardia e fondello sono fusioni di rame mentre il dado di tiraggio è in ottone. 

Ringrazio la rivista Coltelli per avermi dato l’opportunità di illustrare il processo che ha portato a questa realizzazione.